C'è bullo e bullo. Ci sono bulli a ogni età, ci sono in ogni vita, si è tutti un po' spacconi e tutti un po' vittime. C'è chi lo fa per gioco, chi per debolezza, chi per pura cattiveria. Ogni nazione ha i suoi bulli, ogni nazione ha le sue risse, i suoi battibecchi, i suoi giovani persi e immersi in chissà quale mondo, al di fuori del reale; e se in Giappone, le baruffe di questi ragazzi che fanno della scuola il loro ring hanno influenzato molti manga e appassionato lettori di tutto il mondo, anche in Corea, questo genere di storie è entrato a far parte del panorama fumettistico locale. Baljak racconta proprio di questo; tre protagonisti, tre attaccabrighe, tre piccoli eroi metropolitani, tre liceali accomunati dal loro sentirsi ribelli, tutti e tre con sguardo da duro e sempre con qualche cerotto o benda, ma tutti e tre con storie diverse. Si intrecciano, infatti, le vicende dell'orgoglioso Jo Pae, dal pugno facile e con l'ossessione per il dimostrarsi il migliore, con quelle dell'arrogante Ho Ra e del "filosofo" Han Ryu; tutti inizialmente estranei, conoscenti di vista, ma legati fin da subito da chissà qualche destino.