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Fumetto - Ocean

Ocean

Categoria: Comics americano
Genere: Fantascienza
Editore/produttore: Magic press
ISBN: 9788877591630
Prezzo: 12,50
Disponibilità:
Articolo disponibile in negozio e online
Descrizione
Warren Ellis, tra gli autori della “british invasion”, è senz’altro uno dei più prolifici e versatili. Molto attivo nel genere dei supereroi, a cui deve buona parte della sua fama, non si è tuttavia limitato ai personaggi in calzamaglia. Tra i fan dei supereroi, ha spesso diviso i lettori; tra i suoi ultimi cicli e serie ricordiamo Ultimate Fantastic Four, Iron Man, Thunderbolts, Nextwave, o più indietro nel tempo le fondamentali Stormwatch e Autorithy, che hanno di fatto rinnovato l’immaginario visivo e narrativo del genere. A questi, Ellis ha alternato più di una incursione in altri territori narrativi, da un classico Vertigo come Hellblazer a creazioni personali d’impatto come Transmetropolitan, Planetary e Global Frequency; sicuramente, un tema affrontato in maniera costante, spesso contaminato con altri, è quella fantascienza che ritorna in questo volume. Una fantascienza che più che tanta letteratura, evoca certa cinematografia di genere nelle ambientazioni da kolossal.
Su una luna di Giove vengono rinvenuti dei misteriosi sarcofagi che sembrano risalire a ben un miliardo di anni fa. Il compito dell’ispettore Nathan Kane, un vero duro da hard-boiled, è capire chi sono i suoi occupanti. Nel frattempo dovrà salvare la pelle a sé stesso e all’equipaggio della stazione che ha rinvenuto gli antichi oggetti.
La storia è divertente e abbastanza intrigante, e la lettura scorre via gradevole (con alcune battute davvero gustose), tuttavia l’impressione ricevuta è di un Ellis che spara a salve rispetto alla consueta forza dirompente delle sue sceneggiature e dei suoi dialoghi. Per restare nel recente, rispetto alla splendida Nextwave o agli ottimi Thunderbolts, qui manca il mordente, l’efficacia che caratterizza di solito i lavori dello scrittore inglese.
Ellis non è un superficiale, non si limita certo a far dire le parolacce ai suoi personaggi per renderli palpabili e inserisce sempre delle riflessioni sul mondo vero che ci circonda, infatti trae dalla trama anche alcuni spunti di meditazione sulla situazione ecologico-ambientale del nostro pianeta, sullo strapotere delle multinazionali e sull’uso delle armi (realtà questa particolarmente drammatica negli USA, dove armarsi è estremamente più facile per una persona comune), nemmeno troppo nascoste dalla finzione narrativa. Pero’ in questa occasione si ferma in superficie, non riesce ad affondare il colpo da par suo, con la grinta e la mordacia che ha manifestato, per esempio, nei già menzionati Thunderbolts o con il raffinato citazionismo mostrato in Planetary.
Discorso diverso per la parte grafica del volume: Chris Sprouse è un bravissimo disegnatore (vincitore di 2 Eisner Award nel 2000 per Tom Strong), dal segno classico nitido e piacevole, meno “star” ma più bravo in molte cose rispetto a diversi suoi colleghi più celebrati perché adottano uno stile “cool” o che segue la moda del momento, a cominciare dalla chiarezza con cui sa raccontare l’azione. Il layout delle tavole e la “recitazione” dei protagonisti sono infatti la cosa migliore di questo suo lavoro, mentre invece colpiscono meno favorevolmente la rappresentazione delle ambientazioni e delle varie navi spaziali: certamente professionali e funzionali alla narrazione ma non brillano particolarmente per spettacolarità od originalità, pur essendo molto accurate e dettagliate. Ineccepibili le chine del fedele Karl Story, che inchiostra Sprouse dai tempi di Tom Strong.
I colori, pur nella loro freddezza digitale, alternano adeguatamente i toni caldi a quelli freddi, secondo le diverse ambientazioni: predomina l’azzurro nelle scene nello spazio contrapposto all’ocra e altri punti di giallo negli interni.
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