Una giovane kamuro (sguattera in una casa di piacere) viene venduta alla casa Tamakiku del distretto a luci rosse di Yoshiwara e affidata alle cure dell’“oiran” (donna di piacere, sì, ma anche intrattenitrice, che quindi si distingue dalla “geisha”, ma anche dalla semplice “yujo” o prostituta) Shouhi, che imporrà alla ragazzina il nome di Tomeki. Il nuovo acquisto è dall'indole ribelle, sarà più volte punita, senza mai piegarsi. Così Tomeki, grazie alla sua forza d’animo, comincia a fare carriera (poiché le “oiran” non devono possedere solamente bellezza e grazia, ma anche carattere e tenacia, per mantenere la loro posizione e i privilegi che ne derivano) e diventa prima O-Rin: una “hikkomi”, ossia una “oiran” in addestramento, e poi Kiyoha, la più affascinate “oiran” della casa Tamakiku, finendo per insidiare la posizione di Mikumo.
Ma il vero problema della protagonista non è il rapporto di tensione con la sua rivale, bensì la comparsa sulla scena del giovane Soujiro: la sofferenza per un amore proibito, il dramma di una donna a cui non è permesso amare.